Una bambina di quattro anni e il suo fratellino di un anno e mezzo mi hanno fatto pensare alla paura.
La domanda è se la paura ci faccia muovere o ci blocchi. Mi verrebbe da dire che ci fa muovere, in fondo è emozione. E infatti ci fa scappare o nascondere o urlare. Ma capita spesso che la paura ci immobilizzi. È quello che succede al principe Faccia da Maiale, nel racconto di Guido Quarzo. Il principe sta cercando di risolvere il suo problema: ogni volta che si innamora la sua faccia si trasforma in un grugno di maiale. Solo nella foresta può trovare la soluzione. Ed è proprio in mezzo alla foresta quando:
Bam! E subito seguì un silenzio così assoluto, nero come il buio che faceva pensare che il mondo forse non c’era più. Allora ecco che il principe ebbe paura. Ebbe una paura così grande che non gli stava dentro: usciva dal suo corpo e lo avvolgeva come una coperta e gli toglieva il respiro e gli faceva battere forte il cuore e gli schiacciava la pancia come quando si fa l’indigestione e gli riempiva gli occhi di lacrime come due palloncini e gli faceva venire la pelle d’oca e i brividi come la febbre. (G.Quarzo, La seconda storia del principe Faccia da Maiale.)
Qua sembra proprio che la paura ci blocchi. E lo sembra anche quando il bambino di un anno è di fronte alle sue paure, scatenate da oggetti innocui (per me): palloncini ad elio, coccinelle carillon, rasaerba automatici, palla da yoga. Ecco, quando si trova di fronte a queste cose, si ferma, guarda se attorno ha qualcuno con le gambe un po’ più lunghe delle sue e gli va incontro con le braccia alzate, implorante, per farsi prendere in braccio.
L’altro giorno la sorellina è scesa nello studio al piano interrato per prendere un po’ di fogli per i suoi “capolavori”. Tornata su, con fare molto serio, mi dice: “è meglio che da oggi vado giù solo io, sempre, (ah la magnifica concezione del tempo dei bambini!), perchè la palla grande è andata (ah! la capacità dei bimbi di far vivere gli oggetti!) nella stanza e lui ha paura!”. Cosa vuoi rispondere!? Va bene!
Poi la sera vado giù e trovo stranamente la porta della stanza chiusa. La apro e scopro che la sorellina aveva anche provato a mettere la palla dietro a un mucchietto di scatoloni, per nasconderla alla possibile vista del fratellino ed evitargli così lo spavento. Un brivido, non certo di paura, mi ha percorso il corpo. Perchè è stato meraviglioso vedere come i bambini sanno prendersi a cuore e molto sul serio le paure degli altri, anche quelle che a noi grandi sembrano così bizzarre.