Tra una cosa e l’altra, per non perdere di vista il tempo che passa, provo ad assegnare ad ogni giornata un brano musicale.
Potevo chiamarlo diario musicale, ma ho scelto un titolo in inglese per protestare contro la “rivoluzionaria” idea di multare l’uso di parole straniere. Si sa che multare suscita la voglia di contravvenire all’ordine. Infatti multerei tutti i lettori di più di un libro al mese, vedi poi come ti promuovo la lettura!
Lunedì: Hysteria – Muse. Nomen omen.
Martedì: The Court – Peter Gabriel. Dopo una rivelatrice giornata in tribunale nel ruolo di testimone, rara (per fortuna) occasione di osservare le stranezze umane.
Mercoledì: Parole dette male – Giorgia. Anche qui, titolo evocativo. Esistono persone che usano le parole esclusivamente per ferire, maledizione!
Giovedì: La parola io – Giorgio Gaber. (Quando) finirà la disperata ricerca di identità?
Venerdì: L’avvelenata – Francesco Guccini. Stati d’animo da via crucis. In lotta fino all’ultimo con la colonna sonora di “Un giorno di ordinaria follia”.
Sabato: A fior di pelle – Marlene Kuntz. Niente da fare, la canzone che ha vinto il concorso: rappresenta la settimana. Magari la Pasqua cambia la prospettiva. Auguri!